Ciclo azoto e fosforo in acquario marino
Alla base di qualsiasi acquario marino vi è l’acqua con cui riempiamo la nostra vasca.
Fatta eccezione per pochi utenti che utilizzano l’acqua dei nostri mari (regolandone prima i valori), il metodo più utilizzato per produrre la nostra acqua è partire da una buona osmosi ricostituita con un sale di altrettanta buona qualità , calibrato in base alle nostre esigenze e volontà.
Esempio: è inutile impiegare un sale molto carico di oligoelementi se la nostra vasca è popolata da soli pesci o da coralli poco esigenti.
Dopo questa piccola premessa consigliamo di utilizzare un’acqua di osmosi quanto più pura possibile, con Tds pari a 0 (conducibilità), poiché nonostante i vari controlli che possiamo effettuare con gli strumenti di misurazione a noi disponibili, vi saranno residui sempre presenti nella nostra acqua in concentrazioni non rilevabili dai misuratori ed è quindi nostro compito limitare al massimo questi residui.
Se l’acqua d’osmosi proviene da un nostro impianto è consigliabile verificare lo stato d’usura delle resine e dei prefiltri.
Vediamo di capire meglio il Ciclo azoto e fosforo in acquario marino
Più volte si è detto che la priorità per un acquario marino è di utilizzare una vasca aperta, ma perché?
La maggior parte degli organismi marini espelle come rifiuti ammoniaca (NH3), urea [CO((NH2)2] ed acido urico (C5H4O3N4) . Tutti composti organici contenenti azoto (N).
L’obbiettivo è quello di sfruttare particolari batteri che durante le tre fasi del ciclo (mineralizzazione – nitrificazione – dissimilazione) riescono a liberare sotto forma gassosa (e sotto forma di biomassa schiumata) parte del materiale inquinante.
La prima fase del ciclo dell’azoto comincia con la mineralizzazione, qui particolari batteri e microrganismi trasformano gli amminoacidi dei prodotti organici in sostanze inorganiche (principalmente ammoniaca in ammonio) e acidi organici. Questi acidi reagiscono con le sostanze tampone dell’acqua da cui ne consegue un possibile calo del pH, da qui di conseguenza un consumo di carbonati (KH) per mantenere il valore stabile.
Il secondo step detto nitrificazione avviene quando con ammoniaca/ammonio i batteri del genere nitrosomonas ossidano con l’ossigeno queste sostanze in nitriti (NO2). Successivamente, i batteri del genere nitrobacter, sempre con l’utilizzo di ossigeno, trasformano i nitriti in nitrati (NO3) ed acido nitrico (il quale tende come tutti gli acidi a consumare KH).
Durante il processo di dissimilazione, i nitrati vengono trasformati in azoto (N) o protossido di azoto (N20) grazie ai batteri denitrificanti, i quali operano in anaeorobiosi, ovvero in ambienti dove la quantità di ossigeno scarseggia (come ad esempio l’interno delle rocce vive o lo strato più profondo del DSB).
A conclusione di questo ciclo, N ed N20 vengono scambiati dalla superficie dell’acqua con l’aria.
Oltre all’azoto anche il fosforo, in maniera differente, presenta un suo ciclo ed è altrettanto importante.
All’interno del nostro acquario è possibile ritrovare il fosforo in tre differenti forme: fosfato inorganico disciolto (DIP), fosfato organico disciolto (DOP) e fosfato particolato (POP).
A differenza di quanto visto con l’azoto dove durante la fase di dissimilazione quest’ultimo viene trasformato in gas e liberato in atmosfera, per il fosforo non vi è la stessa possibilità poiché i composti particolati dello stesso tendono a depositarsi ed accumularsi sul fondo o in zone di minor movimento.
Da questo è possibile capire l’importanza di installare uno schiumatoio adeguatamente dimensionato ed utilizzare delle pompe di movimento altrettanto adeguate alla nostra vasca e correttamente posizionate al fine di garantire un buon flusso all’interno della vasca.
Il pH dell’acqua marina è generalmente compreso tra 7 e 8,5 con una media di 8,2.
Effettuando misurazioni durante la giornata nell’arco di 24 ore, è possibile riscontrare un andamento altalenante di valori tra giorno e notte.
Questo avviene perché l’acqua reagendo con la CO2 altera di conseguenza la sua chimica. Durante la giornata la componente autotrofa tramite la fotosintesi assorbe CO2 e libera ossigeno (aumento del pH), mentre durante il corso della notte avviene il fenomeno opposto.
Per mantenere sotto controllo questa oscillazione intervengono i carbonati KH.
In conclusione:In queste poche righe si è cercato di spiegare in modo semplice e molto ristretto cosa succede nelle vasche marine riguardo Ciclo azoto e fosforo in acquario marino e come si chiudono i loro cicli che ritengo occupano un posto molto importante nella gestione iniziale e npon solo di un acquario marino,ho voluto chiudere l’articolo con una breve accenno anche alla correlazione tra Ph e Kh,spero che il tutto sia utile e di gradimento
Si consiglia la lettura anche dell’articolo riguardante il “Primo allestimento acquario marino” e “Schiumatoio”
Ringrazio l’amico Alberto Q. per avermi aiutato nella stesura dell’articolo.
Articolo impaginato da Marco Ferrara e si ringrazia per la collaborazione Andrea Negri
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